Da secoli ogni giorno, in ogni angolo della Terra, avviene un autentica magia: il duro metallo, grazie all’utilizzo del fuoco, viene ammorbidito, forgiato, modellato, fino a trasformarsi in un oggetto d’arte.
Gli artigiani del ferro sono considerato gli ultimi «poeti del lavoro» esistenti. Ogni giorno, nelle loro botteghe, compiono qualcosa di straordinario eppure di cosi’ semplice, trasformando il metallo robusto per eccellenza in forme prima impensabili, concretizzando idee, dando letteralmente vita a degli oggetti che sarebbe sembrato impossibile poter ricavare a partire da un metallo cosi’ duro e ostile.
In Italia, per quanto riguarda questa concezione “poetica” di lavorazione del ferro , abbiamo una grande tradizione nel Casentino, dove da centinaia di anni operano maestri del ferro battuto: maestro Adamo da Romena era un autentico genio nella lavorazione delle armi e fu citato persino da Dante nella sua Divina commedia. Un documento datato quattordicesimo secolo dimostra come nella zona di Raggiolo esistessero almeno tre fabbriche dove il ferro veniva lavorato.
Angelo Mugnaini nasce a Viareggio il 16 dicembre 1949.
Comincia a lavorare alla tenera età di nove anni: la mattina va a scuola, il pomeriggio, come da tradizione locale, impasta la carta di giornale per costruire le maschere di carnevale e i carri, per mille lire la settimana.
A quattordici anni inizia a lavorare dal cugino Alberto Mugnaini presso il suo laboratorio di carpenteria navale e ferro battuto in via Virgilio in Darsena a Viareggio, e apprende così l’arte del ferro. Ogni tanto si diletta a fare delle piccole sculture alla forgia, in particolare piccoli crocifissi.
Quando un vecchio fabbro gli propone di acquistare il suo laboratorio a Stiava (Massarosa, LU), il Mugnaini accetta con grande gioia ed entusiasmo; a 18 anni, quindi, già lavora per conto suo, e la gente del posto lo chiama “il fabbretto”, a causa della sua giovane età.
Un anno dopo arriva la chiamata per il servizio militare, e Angelo parte per il C.A.R. di Sora (Frosinone). Per fortuna esiste il passatempo degli artisti, un laboratorio all’interno della caserma dove il Mugnaini stringe subito amicizia con i commilitoni e nel quale non vede l’ora di rientrare dopo gli addestramenti mattutini. La passione di questi soldati non sfugge agli ufficiali, i quali organizzano un concorso artistico in cui vengono premiati un fotografo, un intagliatore ed Angelo, che aveva realizzato una scultura in ferro di un soldato al fronte che prega prima della battaglia. Oltre alla licenza premio e una medaglia, allo scultore viareggino è concessa la possibilità di terminare gli studi e diplomarsi maestro d’arte.
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